Ultimamente molti giovani hanno comprato una casa grazie al Bonus under 36, così come i meno giovani si sono avvalsi di diverse agevolazioni fiscali sulle imposte indirette per l’acquisto di una prima casa. Tra le tante abitazioni residenziali vendute, non ci sono solo nuove o recenti costruzioni, ma anche vecchi immobili da ristrutturare, data la possibilità di usufruire dei diversi Bonus e Superbonus edilizi, messi a disposizione dal governo e che, come prevedibile, sono stati quasi tutti prorogati con l’ultima Legge di Bilancio 2022.
Confermate dunque, quasi tutte le agevolazioni, anche se con alcune modifiche nella percentuale della detrazione fiscale, per la ristrutturazione, il rifacimento delle facciate, gli interventi per la riqualificazione energetica, l’acquisto di elettrodomestici e mobili, di caldaie più efficienti e per altre opere di miglioramento degli immobili residenziali, molte famiglie hanno deciso invece di non vendere, ma di ristrutturare la casa già di proprietà.
Tuttavia, siccome finora sono stati riscontrati diversi casi di irregolarità nei dati, di aumenti ingiustificati dei prezzi, di fatture per lavori di ristrutturazioni inesistenti, di abusi nella cessione del credito, ecc, dal 12 novembre 2021 è stato introdotto, in aggiunta alle tante norme per l’accesso ai diversi Bonus edilizi, il cosiddetto Decreto Antifrode, che contiene una serie di misure atte a prevenire e contrastare eventuali illeciti e frodi fiscali ed economiche a danno dello Stato e dei cittadini.
Nello specifico, il nuovo Decreto Antifrode prevede che il contribuente che voglia optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito d’imposta, debba presentare il visto di conformità per esteso sui lavori effettuati presso l’immobile per il quale si richiede uno specifico Bonus. Tale documentazione deve anche attestare, non solo che tutti i lavori svolti rientrino effettivamente nel tipo di Bonus richiesto, ma che i prezzi corrispondano a quelli in preventivo.
I controlli sui prezzi presentati in fattura avvengono attraverso il confronto con un listino prezzi unico in tutta Italia (disponibile a breve), che andrà a stabilire con precisione il costo delle materie prime e del lavoro svolto da parte delle imprese.
La gestione relativa alle pratiche di domanda di accesso alla cessione del credito o sconto in fattura è affidata all’Agenzia delle Entrate, che ha anche il compito di controllare che tutta la documentazione presentata non contenga irregolarità amministrative o fiscali, col rischio che possa essere sospesa o bloccata per ulteriori controlli.
Vista la complessità, non solo burocratica, ma anche tecnica della procedura, e considerando che anche un solo errore nei dati potrebbe compromettere la possibilità di accedere ai Bonus casa, vi consigliamo di rivolgervi con fiducia alla professionalità della Uzan&Partner: il nostro team di esperti abilitati e sempre aggiornati in materia, può aiutarvi!