Direttiva Casa Green: cosa prevede e cosa cambia per l’Italia

Direttiva Casa Green: cosa prevede e cosa cambia per l’Italia

La Direttiva Casa Green è ufficialmente una legge dell’Unione Europea. Pubblicata l’8 maggio 2024 sulla Gazzetta Ufficiale, mira a ridurre progressivamente le emissioni di CO2 del parco immobiliare europeo attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica. Gli stati membri dovranno perseguire l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali e non; ogni paese potrà stabilire autonomamente su quali edifici concentrarsi. Complessivamente, il 55% della riduzione dei consumi energetici deve essere ottenuto tramite la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni inferiori. Entro il 2030 le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali e entro il 2033 il 26% degli edifici di classe energetica più bassa. Secondo le definizioni della direttiva, il 43% degli immobili meno efficienti dovrà essere riqualificato dal punto di vista energetico. In Italia, stando ai dati Istat, vi sono circa 12 milioni di edifici residenziali. Pertanto, sarà prioritario intervenire sui circa 5 milioni di edifici con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari.

Casa Green requisiti: cosa significa e come deve essere

Cosa si intende per Casa Green? Sono quegli edifici:

-a emissioni zero o quasi zero con una domanda molto bassa di energia, zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra;

-il cui consumo totale annuo di energia primaria sia coperto da energia da fonti rinnovabili generata in loco o nelle vicinanze, fornita da una comunità di energia rinnovabile, proveniente da un sistema efficiente di teleriscaldamento e tele raffrescamento o da energia da fonti prive di carbonio;

-progettati in modo da ottimizzare il loro potenziale di produzione di energia solare sulla base dell’irraggiamento solare del sito, consentendo l’installazione successiva di tecnologie solari efficienti sotto il profilo dei costi.

 

La Direttiva Casa Green definisce “a emissioni zero” un edificio ad altissima prestazione energetica con un fabbisogno di energia pari a zero o molto basso, che produce zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra. Un edificio “a energia quasi zero” è invece un edificio ad altissima prestazione energetica, con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o l’energia da fonti rinnovabili prodotta nelle vicinanze.

 

Cosa cambia per l’Italia dopo la Direttiva Casa Green

In Italia oltre metà degli edifici appartiene alle classi energetiche F o G, le due più basse e meno efficienti. Questo significa che consumano cinque volte tanto l’energia richiesta dalle case più eco-sostenibili (si parla di consumi che vanno rispettivamente da più di 160 kilowatt per metro quadrato e tra i 121 e i 160), con un peso che si sente anche sulle bollette da pagare. Circa 12 milioni di edifici residenziali presenti sul territorio (ovvero oltre l’82% degli edifici totali), dovranno essere ristrutturati entro 26 anni per adeguarsi ai nuovi standard energetici. L’Italia ha già adottato alcune misure per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici, tra cui il Superbonus 110%, ma c’è ancora molto da fare. Per adeguarsi alle richieste della Direttiva Case Green e migliorare le prestazioni energetiche degli edifici residenziali, saranno necessari vari interventi. Quelli più comuni sono: installazione del cappotto termico, sostituzione infissi e serramenti, installazione di una nuova caldaia a condensazione, installazione di un impianto fotovoltaico. Secondo le stime di Unimpresa, il costo della riqualificazione energetica delle abitazioni in Italia nei prossimi anni sarà di circa 266,7 miliardi di euro. Questo comporterà una spesa media per famiglia compresa tra i 20.000 e i 55.000 euro. Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura, ha fornito una stima dettagliata per la ristrutturazione di un appartamento tipo, collocato in un edificio di cinque piani costruito negli anni ’80, situato a circa 400 metri sul livello del mare e con una superficie media di 105 mq. Il passaggio di classe energetica da G a D comporta un costo medio minimo di circa 40.000 euro per appartamento. Questo importo include interventi sull’involucro esterno, quali pareti, copertura e solaio sottostante al primo piano riscaldato. Tuttavia, un intervento più complesso, che preveda anche la sostituzione degli infissi, l’installazione di caldaie efficienti e di un impianto fotovoltaico condominiale, potrebbe aumentare i costi di ulteriori 20.000 euro per appartamento.

 

Sono esclusi dagli obblighi previsti dalla nuova Direttiva EPBD i seguenti immobili:

-edifici vincolati e protetti;

-immobili storici;

-edifici temporanei;

-chiese;

-abitazioni indipendenti con superficie inferiore ai 50 mq

-case vacanza, ovvero le seconde case occupate per meno di quattro mesi all’anno;

-l’edilizia sociale pubblica, qualora i lavori di riqualificazione farebbero aumentare gli affitti in modo sproporzionato, rispetto al risparmio conseguibile nelle bollette energetiche.

 

Al momento la Direttiva Casa Green non prevede sanzioni particolari per coloro che non adeguano i loro immobili ai nuovi standard entro i tempi stabiliti e non sono previste limitazioni alla vendita o all’affitto delle abitazioni per coloro che non possiedono il “bollino verde” dell’Unione Europea. Tuttavia, spetta ai singoli governi nazionali decidere quali sanzioni applicare, oltre alla perdita automatica di valore degli immobili non conformi alle normative.

Infine attenzione a non fare confusione tra Bonus Casa Green e Direttiva Casa Green: non c’è alcuna relazione tra l’agevolazione e la direttiva europea. Il Bonus Casa Green è un’agevolazione fiscale per l’acquisto di immobili a basso impatto ambientale che non è stata prorogata dalle ultime leggi di bilancio. Prevedeva una detrazione fiscale del 50% sull’Iva in dichiarazione dei redditi a partire dall’anno in cui veniva sostenuta la spesa e per i successivi 9 anni.

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