Occuparsi di affitti in questo periodo in cui coi Bonus under36, Superbonus e Bonus edilizi si incoraggia soprattutto i giovani ad acquistare la prima casa, può sembrare un controsenso.
In realtà, a causa dell’attuale crisi socio-economica, molti giovani e meno giovani hanno perso il lavoro, sono stati costretti ad accettare contratti da precariato o a trasferirsi per brevi o lunghi periodi. Pertanto, pur volendo, senza la certezza di un’occupazione stabile e duratura, non possono impegnarsi in un investimento così oneroso e a lungo termine.
Inoltre, nonostante a causa della pandemia il mercato immobiliare sia stato praticamente fermo e il valore delle case in vendita sia sensibilmente diminuito, soprattutto nelle grandi città, l’incertezza del futuro ne frena l’acquisto, soprattutto se non si è under36 e si percepisce un reddito superiore ai 40.000euro/annui, in quanto le banche sono restie a concedere mutui, se non c’è una garanzia di solvibilità del prestito.
E’ bene ricordare inoltre, che le agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa valgono solo se la si abita per almeno 5 anni; pertanto bisogna considerare per esempio, il tempo che si vuole o si deve rimanere in un determinato posto e quindi se si riesce a godere della propria casa; valutare possibili e lunghi trasferimenti per cogliere magari migliori opportunità lavorative, oppure se vale la pena aspettare per comprare una casa più grande di quella che ci si può permettere al momento.
Oltretutto, se si vuole comunque investire nell’acquisto di una casa, bisogna mettere in conto, oltre al prezzo dell’immobile, anche le seguenti ulteriori spese:
- la provvigione da versare all’agenzia immobiliare
- le spese per istruttoria, perizia e accensione mutuo
- l’imposta del registro
- le spese notarili
- l’imposta ipotecaria e catastale
- gli interessi da corrispondere alla banca
- gli oneri fiscali
- le spese ordinarie e straordinarie necessarie per la gestione e manutenzione della casa.
D’altro canto, è altresì vero che i prezzi degli affitti, seguono il mercato e subiscono rincari e ribassi, come in questo periodo e i proprietari di case vuote che non vogliono (s)venderle per non perdere il proprio investimento, sono costretti ad affittarle per poter far fronte agli oneri fiscali, ai costi di gestione e alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, necessarie per la conservazione del proprio bene, nonostante la non godibilità.
In conclusione, sebbene il mattone sia da sempre considerato il miglior tipo di investimento, in certi casi l’affitto può essere l’alternativa per poter programmare con calma il proprio futuro e magari investire diversamente le proprie risorse finanziarie, evitando nel presente oneri e spese che, non è detto si riusciranno ad ammortizzare nel tempo.