Si stima che in Italia esistano decine di migliaia di case private abbandonate: interi palazzi antichi o grandi appartamenti di lusso nei centri urbani; ma soprattutto, ville di pregio, baite, casali e rustici lasciati in condizione di decadimento a causa del loro inutilizzo.
La mancanza di disponibilità finanziaria per la gestione e la manutenzione, spesso straordinaria, di questi immobili ha determinato, nella maggior parte dei casi, il loro abbandono, soprattutto in campagna, montagna e borghi antichi: luoghi isolati e tranquilli, ma lontani dai servizi essenziali e spesso carenti di collegamenti con altri centri abitati.
Ma anche la profonda crisi economica, protratta nel tempo, con conseguente aumento della disoccupazione che ha spinto molti giovani e famiglie a trasferirsi nelle città, o ad emigrare all’estero, ha contribuito al diffondersi di proprietà immobiliari ereditate disabitate, pur essendo in buono stato abitativo.
Ultimamente l’Urban Exploration, o Urbex, cioè l’esplorazione di siti ed immobili abbandonati da parte di “infiltrati”, ha portato alla ribalta questo particolare patrimonio immobiliare, finora poco conosciuto e considerato, suscitando crescente curiosità ed interesse soprattutto in chi voglia investire nel mattone, pur non disponendo di grosse risorse economiche.
Si pensi per esempio, alle offerte di quei piccoli comuni che mettono in vendita case al prezzo simbolico di un euro, a condizione che siano ristrutturate e poi abitate; oppure alle proposte delle agenzie immobiliari che tendono a spingere questo tipo di soluzione abitativa, in quanto molto vantaggioso sotto diversi aspetti.
Il valore delle case abbandonate, proprio per la loro particolare condizione è infatti, molto più basso rispetto a quelle di recente o nuova costruzione e con gli incentivi statali messi a disposizione per il recupero di edifici dismessi, la ristrutturazione può essere effettuata a costi sostenibili; mentre gli spazi degli ambienti possono essere personalizzati.
Infine, è da considerare anche l’accesso agevolato al mutuo per giovani coppie e famiglie, che avendo la possibilità di lavorare in smart working, possono decidere di abitare in contesti più salubri, contribuendo così anche al ripopolamento di piccoli tessuti sociali e alla ripresa occupazionale ed economica locale.